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martedì 8 settembre 2015

Tecnologia del volo nelle "mille e una notte"

Chi non conosce, almeno per sentito dire le più famose favole orientali?
La raccolta di favole conosciuta come ""Le mille e una notte" sono una raccolta che si pensa risalga almeno al 10 secolo dopo Cristo anche se sono state poi raccolte e sistematizzate intorno al XV secolo. Non si ha idea di chi (o quali) sia l'autore ma sono in tanti
ad averle lette e spesso copiate o modificate.
Diversi anni fa acquistai il libro che come tante volte capita finì nella libreria senza che finissi di leggerlo. 
Quest'estate l'ho ritrovato e ho ricominciato a leggerlo per diletto.
Dopo poche pagine mi sono imbattuto in una storia che non ricordavo affatto, il titolo è "Storia del terzo vecchio e della principessa Scirina".
Questa storia mi ha colpito molto e ora cercherò di spiegarne il perché riportando qualche brano dalla traduzione di Armando Dominicis.
E' la storia di un vecchio che racconta un fatto strano accadutogli durante la sua giovinezza. La storia inizia a Surate (in India?) Un giorno infatti durante un pranzo con gli amici conobbe un forestiero diretto a Serealbib. Il discorso vertè sui viaggi e sui pericoli che si potevano incontrare. Il vecchio infatti aveva paura dei pericoli che un viaggio rappresentava. L'ospite straniero intervenne così: "Malek, se avete voglia di viaggiare, e solo vi trattiene il timore di incontrare dei ladri, io vi insegnerò,quando vogliate, un modo di andare impunemente di regno in regno". 
Come potete immaginare, le parole del forestiero vennero ritenute uno scherzo, ma dopo il pranzo questi si avvicinò al padrone di casa e gli disse che se era interessato, gli avrebbe mostrato quello che aveva promesso. Accettò, e così comincia una storia molto particolare.
Chiamato un falegname e fatte portare delle tavole fu costruita una cassa di sei piedi per quattro. Il forestiero nel mentre costruiva gli ingranaggi "con viti e molle" e poi le montò nella cassa.
Quando il lavoro fu terminato, tre giorni dopo, la macchina venne coperta con un tappeto e portata in campagna, in un luogo isolato. Tutti gli schiavi vennero cacciati e il forestiero entrò nella macchina e un istante dopo "la cassa si alzò da terrà volando per l'aria con incredibile celerità, sicchè in un momento fu lontano da me, per tornare un istante dopo e atterrare ai miei piedi".
Il resto della favola non  ha alcuna importanza per cui chi vuole può trovarla, anche su google books.
Capirete il mio stupore nel leggere una favola nella quale si costruisce una macchina volante. Se fosse intervenuto un genio e avesse reso magico un tappeto la cosa non mi avrebbe stupito, ma questa è una cosa diversa!
Sembra proprio che la favola possa avere un nucleo di verità, non fosse altro perchè oggi effettivamente si possono costruire macchine volanti. 
Allora ho cominciato a svolgere delle ricerche, prima di tutto verificando la presenza della favola in traduzioni più vecchie. 
La prima versione che sono andato a verificare è quella del 1852 tradotto in Francese da Antonio Galland, in edizione italiana, pubblicata a Napoli da Francesco Rossi Editore. Antonio (Antoine) Galland fu il primo europeo a tradurre le favole in francese.
La lettura della traduzione di Galland mi delude. Dopo aver trovato il punto incriminato scopro che il racconto non è riportato. La principessa Sherazade infatti dice "... il terzo vecchio raccontò la sua storia al genio: io non la dirò perchè non è arrivata alla mia conoscenza". 
Capirete che così non poteva andare. 
Ma si sa, quando si traduce un testo molto lungo, a volte ci si prende la facoltà di saltare qualche parte, magari ritenuta poco significativa, ciò significava che la mia ricerca doveva andare avanti.
Così mi sono messo a cercare tra innumerevoli versioni, in varie lingue... 
Cosa ho scoperto infine?
Che in Europa erano presenti almeno dodici manoscritti differenti delle mille ed una notte. Manoscritti che riportavano le favole non sempre nello stesso ordine. Ho scoperto che molte favole inserite nella nota raccolta provenivano da fonti diverse ma, non ho trovato altre versioni della favola in argomento.
In definitiva, non mi resta che condividere con voi un'ultima domanda: per quale motivo in questa favola si parla di una macchina volante costruita dall'uomo? Perchè non si fa riferimento ad una delle solite magie compiute dai geni o dai maghi?
Che dire, io una ipotesi ce l'avrei...

Alessandro Giovanni Paolo RUGOLO 

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